L'area archeologica del IX miglio
L’intensità del traffico che si svolgeva sul percorso stradale è attestata dalla presenza di tre pietre miliari risalenti al IV secolo d.C. che registrano, oltre alla distanza (9 miglia appunto) dall’inizio della strada, anche interventi di manutenzione.
Tra le numerose evidenze archeologiche qui presenti, nell’area a nord della via si trova un’antica cava di pozzolana che ha intaccato alcuni sepolcri e distrutto una villa di cui avanzano pochi resti. Procedendo da ovest verso est, si succedono un grande edificio in opera mista, di incerta funzione, due sepolcri in opera reticolata (I secolo d. C.), collegati tra loro da un lungo muro di contenimento e uno dei tre cippi miliari. Vi è poi un ingresso monumentale in opera laterizia (II secolo d.C.) successivamente tamponato con strutture a blocchetti di tufo e due muri di contenimento che delimitano aree funerarie con sepolture dalla copertura di tegole (dette “a cappuccina”) e un sepolcro cilindrico in pietra, e due cippi miliari. Di fronte a essi, sul lato meridionale della strada, si trovano tre pozzi a sezione quadrangolare e un edificio costruito in età tardo repubblicana e utilizzato fino al tardo impero. Intorno ad un ampio cortile rettangolare che si apriva sulla strada si affacciavano vari ambienti intercomunicanti e un ambiente quadrangolare con pavimento a mosaico geometrico a tessere bianche e nere (III d.C.). Una scala addossata alla parete permetteva l’accesso al piano superiore. A est e ad ovest di questo si addossavano altre strutture, solo parzialmente esplorate. La strada era inoltre ornata da un portico in travertino di cui restano alcune basi e da vari elementi decorativi, reimpiegati sul ciglio della strada, tra cui due blocchi con una figura di Eracle a rilievo.