Edicola sacra di piazza di Tor Sanguigna 2 (palazzo Grossi Gondi)

Location
Madonna Assunta
La scenografica edicola mariana raffigurante l’Assunta è addossata alla parete del settecentesco palazzo Grossi Gondi, della nobile famiglia fiorentina stabilitasi a Roma alla fine del Seicento.
L’edicola conserva consistenti tracce di doratura ed ha una composizione architettonica molto articolata: è costituita da un tabernacolo a forma di tempietto con lesene dipinte d’azzurro e pilastri scanalati, capitelli dorici festonati e un timpano ad arco ribassato. Anche la decorazione scultorea, realizzata a stucco, è molto ricca: angeli dal morbido modellato che spargono fiori e reggono la corona di stelle in ferro (in passato illuminata da lampadine), teste di angioletti tra le nuvole e il monogramma mariano al di sotto della mensola. In alto l’edicola è riparata da un baldacchino in lamiera, ornato da una mantovana dipinta con motivo a luna e stelle dorate e da doppia fila di nappine in legno, sempre dorate. Sopra si erge il globo con la croce trilobata in legno.
I due candelabri laterali a braccio con tre luci (ripristinate nell’ultimo restauro) sono stati realizzati alla fine dell’Ottocento, mentre quello centrale con fusto e lanterna è del Novecento.
La tela, che nel tempo ha subìto pesanti ridipinture, rappresenta l’Assunta sospinta in cielo da un corteo di angeli, nella posizione tipica con le braccia spalancate in segno di accoglienza, gli occhi rivolti verso l’alto e il capo adornato da una corona e un’aureola di stelle argentate. Proviene, probabilmente, da un’iconografia tradizionale che risale ad analoghe raffigurazioni di Annibale Carracci, che le aveva derivate da geniali invenzioni raffaellesche. I bei volti della Madonna e degli angeli consentono di datare l’opera al Settecento, probabilmente prima della metà del secolo quando era ancora vivo l’interesse per la pittura tardo barocca a cui l’immagine stilisticamente sembra fare riferimento.
L’edicola si trova in una posizione decentrata rispetto alla finestra tamponata soprastante e ciò ha fatto ipotizzare che l’immagine anticamente fosse collocata più in basso, spostata poi in alto per meglio ripararla; questo presunto spostamento però non è suffragato da documenti.