“Il periodo dalla fine degli anni ’20 a tutto il decennio successivo vide una profonda trasformazione dei centri storici di molte città italiane attraverso realizzazioni di edilizia pubblica segnata da precisi connotati politici e architettonici.
Senza poter tracciare un inventario completo di questo fenomeno è possibile tuttavia, con alcuni esempi, individuarne gli artefici principali e le tipologie ricorrenti.

Per molti aspetti diverso è il caso di Roma dove l’operazione principale non fu solo quella della demolizione/ricostruzione ma quella dell’invenzione di un nuovo spazio politico monumentale in stretto rapporto con le grandi sopravvivenze della città antica.
Molte delle operazioni urbanistiche e architettoniche giunsero incompiute alla caduta del fascismo e furono, come a Roma nel caso dell’Eur, ultimate solo dopo la fine della guerra.” (Vittorio Vidotto)

Vittorio Vidotto è stato professore di Storia moderna e poi di Storia contemporanea nella Facoltà di Lettere e filosofia dell’Università della Sapienza di Roma. Si è occupato di storia politica, sociale e delle città. È autore tra l’altro di un volume su Roma contemporanea (Laterza, seconda edizione 2006). Con Andrea Giardina e Giovanni Sabbatucci ha pubblicato diversi manuali di storia per le scuole superiori.