Parco di S. Gregorio al Celio

Parco di S. Gregorio al Celio

Il Parco di S.Gregorio al Celio, ricavato dall'antico orto del monastero di S. Gregorio, si estende sul versante occidentale del Celio.

Dove si trova: Municipio I, Rione XIX - Celio
Epoca: XX - XXI secolo
Estensione: 1,9 ettari
Ingresso: Salita di S. Gregorio 3

È delimitato a est dalla Villa Celimontana, a sud dal Semenzaio Comunale, ad ovest dalla Passeggiata Archeologica (via Valle delle Camene) e a nord dal complesso conventuale dei SS. Andrea e Gregorio Magno al Monte Celio. Vi si accede tramite una scalinata che, dalla salita di S. Gregorio costeggiata da ulivi, porta ad uno slargo, che costituisce la parte centrale del parco.

L'insediamento originario è da mettersi in relazione con il preesistente palazzo, o villa, di Gordiano, padre di San Gregorio Magno, che lo stesso Gregorio decise poi, intorno al 580, di trasformare in un romitorio. L'arrivo dei monaci consentì il riassetto del territorio abbandonato e l'avviamento di un'economia autarchica in risposta alla crisi produttiva e sociale che nel VI sec. attanagliava la città e il suo circondario. Il primo monastero possedeva, oltre alla chiesa e all'oratorio dedicati a S. Andrea Apostolo, una biblioteca, una foresteria, un granaio e una stalla; un atrio con ninfeo e la trasformazione di un triclinium in oratorio testimoniano la derivazione del complesso dall'architettura tipica delle ville romane. Queste caratteristiche sono sostanzialmente sopravvissute sino ad oggi: la storia successiva del monastero, passato nell'VIII secolo ai monaci basiliani greci sfuggiti alle lotte iconoclaste, tornato poi in possesso dei Benedettini nella prima metà del X secolo e definitivamente assegnato nel 1573 ai Camaldolesi, apporterà numerose modifiche all'aspetto originario del costruito, ma conserverà inalterata l'articolazione tra spazi edificati e aree agricole. Accanto agli edifici principali si conservano nel Parco alcuni manufatti di servizio sorti in epoche diverse: adiacente agli oratori c'è un'antica casa di origine medievale, ristrutturata alla fine del '400 con probabile funzione di abitazione o studio destinato agli abati commendatari. Nei pressi della cappella Salviati rimane un piccolo casale, oggi destinato alla guardiania del Parco, frutto di risistemazione di un edificio preesistente rilevato in un disegno del XVII sec. Nella parte verso il Semenzaio l'attuale "ex-vaccheria" è costituita da un corpo allungato aggiunto nel '900 ad un manufatto a due piani più antico. Dalla fine del '500 i Padri Camaldolesi , i definitivi assegnatari del monastero, hanno rinverdito la vocazione assistenziale e caritatevole dell'istituzione gregoriana costituendo un hospitium per i poveri e i diseredati e finalizzando lo sfruttamento del terreno in loro possesso al sostentamento personale e dell'opera di assistenza. Con la liquidazione dell'Asse Ecclesiastico il 10 gennaio 1876 il complesso monastico fu consegnato al Comune di Roma per l'attivazione di servizi municipali e nel 1880 furono acquisiti anche i terreni orticoli.
Nell'area oramai acquisita dal Comune di Roma venne istituito, nel 1881, il "Ricovero di Mendicità". Da allora, il complesso è stato sempre adibito a finalità socio-assistenziali-pedagogiche. Oggi vi è un asilo comunale, alcuni locali sono stati concessi a scuole private per l'infanzia, mentre l'ex convento è occupato dalla Congregazione delle Suore di Madre Teresa di Calcutta.
Durante il Giubileo del 2000 il parco è stato oggetto di una nuova sistemazione che ha evidenziato le tracce ancora presenti dell' assetto novecentesco, inserendole in un nuovo disegno di percorsi.

Bibliografia essenziale

A. M. Pedrocchi, San Gregorio al Celio. Storia di un'abbazia, Roma 1993
A. Cremona, Parco di S. Gregorio al Celio, in A. Campitelli (a cura di), Verdi delizie. Le ville, i giardini, i parchi storici del Comune di Roma, Roma 2005, pp. 68-69

Orario: 

dalle 7.00 al tramonto

Pista di pattinaggio
sulla destra del viale di accesso

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