Parco del Pineto Sacchetti
Il parco del Pineto Sacchetti comprende una zona pianeggiante a pineta, lungo la via che da esso prende nome, e una grande vallata, denominata Valle dell'Inferno.
Dove si trova: Municipio XIV, quartiere Trionfale
Epoca: XVI-XIX secolo
Estensione: 250 ettari
Ingressi: via della Pineta Sacchetti, via Vittorio Montiglio
Al suo interno sono attualmente visibili solo due casali dalle semplici architetture, destinati a divenire, dopo il restauro, centri di documentazione e didattica per la conoscenza del parco, mentre nulla resta dell'edificio realizzato da Pietro da Cortona per la famiglia Sacchetti nel XVII secolo.
Parco pubblico a partire dagli anni Settanta del secolo scorso, gestito dall'Ente Regionale Roma Natura, il Parco del Pineto, costituisce oggi un'oasi naturalistica di grandissima importanza (vi sono state censite ben 600 specie vegetali e 71 specie di uccelli).
L'area, compresa intorno alla metà del Cinquecento nella vastissima tenuta del pontefice Pio V Ghisleri, fu ceduta nel 1598 alla famiglia Sacchetti che l'ampliò notevolmente. Il Casino Nobile, oggi non più visibile, venne realizzato da Pietro da Cortona, per incarico del cardinale Giulio Sacchetti.
Nonostante la grandiosità dell'impresa, l'architetto cortonese non valutò appieno la natura del terreno, tanto che già nel 1675 il Casino fu descritto in rovina a causa di cedimenti strutturali. L'aspetto dell'edificio, ci è comunque noto da numerose vedute e incisioni, tra le quali il dipinto di Gaspar van Wittel, conservato in Palazzo Sacchetti, che mostra anche la sistemazione del giardino.
Nel corso del XVIII secolo la rovina e l'abbandono del Casino si estese anche ai terreni circostanti e la situazione si aggravò ulteriormente quando, in ottemperanza all'editto di Saint Cloud del 1805 che proibiva le sepolture nelle aree urbane, il governo francese decise di realizzare nel parco un grande cimitero pubblico. Secondo un articolato progetto di Giuseppe Camporese, quanto restava del Casino di Pietro da Cortona venne parzialmente demolito per essere adattato alle dimensioni di cappella e i materiali di risulta vennero usati per lastricare i percorsi. Per vari motivi però, soprattutto economici, il progetto non venne portato a compimento. Il Casino, ridotto a rudere, invaso dalla vegetazione e circondato da greggi al pascolo, incontrò il gusto dei pittori e vedutisti romantici che lo immortalarono ripetutamente nel corso dell'Ottocento.
La rovina della tenuta era ormai definitiva e i Sacchetti, nel 1861, la vendettero al principe Alessandro Torlonia. Gli unici edifici ancora presenti all'epoca erano situati nella parte pianeggiante del parco, lungo l'attuale via della Pineta Sacchetti, e consistevano in un casale di origine cinquecentesca, storicamente denominato "Casale del Giannotto" dal suo primo proprietario, e in un basso manufatto di servizio attiguo. I Torlonia fecero restaurare gli edifici, come attestano gli stemmi della famiglia ancora visibili sui prospetti del Casale del Giannotto e impiantarono la pineta nell'area pianeggiante lungo la strada, forse in memoria di quella seicentesca, non più esistente, che circondava il Casino nobile. Nonostante la tenuta fosse essenzialmente destinata ad usi agricoli, nel 1912 i Torlonia fecero restaurare ciò che restava del ninfeo sottostante il Casino, che ci è noto anche da alcune foto di quell'epoca e che oggi è completamente occultato dalla vegetazione.
Nel 1956 i Torlonia vendettero il complesso alla SEP (Società Immobiliare Pineto), che progettò una serie di interventi edilizi nell'area, fortunatamente bloccati dai vincoli posti dal Ministero per i Beni Culturali e dal Comune di Roma che acquisì il parco negli anni Settanta. Dal maggio 2006 il casale del Giannotto, restaurato, è sede della sede della Biblioteca comunale Casa del Parco.
Bibliografia essenziale
A. Campitelli, Parco del Pineto Sacchetti, in A. Campitelli (a cura di) Verdi delizie. Le ville, i giardini, i parchi storici del Comune di Roma, Roma 2005, pp. 197-199
sempre accessibile
Giochi per bambini
ingresso su viale Sacchetti, sulla destra
Biblioteca comunale Casa del Parco www.bibliotechediroma.it/opac/library/biblioteca-casa-del-parco/RMBU2