Ponte Vittorio Emanuele II
Edificato, immediatamente a valle di ponte S. Angelo, per consentire il collegamento tra i Borghi e il cuore della città attraverso il nuovo Corso Vittorio Emanuele, il ponte è senz’altro quello più rappresentativo realizzato dopo l’Unità d’Italia.
Non a caso fu intitolato al primo Re d’Italia e aperto in occasione dell’Esposizione Universale del 1911, anno del cinquantesimo anniversario dell’Unità.
Redatto nel 1889 il capitolato per la costruzione del ponte, i lavori furono ben presto interrotti e ripresi solo nel 1908 dalla ditta Allegri che realizzò l’opera su progetto dell’arch. Ennio de Rossi.
Nel giugno 1909 fu indetto un concorso pubblico per la decorazione scultorea delle pile e delle testate dove erano previsti quattro gruppi scultorei e quattro Vittorie a rappresentare “Le virtù del re Vittorio Emanuele II”. Dopo varie vicissitudini la Commissione giudicatrice incaricò delle opere i seguenti scultori: Elmo Palazzi, Luigi Casadio, Amleto Cataldi e Francesco Pifferetti per le Vittorie in bronzo; Giuseppe Romagnoli per La fedeltà allo Statuto (dopo Novara, 1849); Italo Griselli per Il Valore Militare (la battaglia di S. Martino, 1859); Giovanni Nicolini per Il Trionfo politico (proclamazione del Regno d’Italia, 1861); Cesare Reduzzi per Il Padre della Patria (Vittorio Emanuele a Roma durante l’inondazione del 1870). Fu Ettore Ferrari, presidente della Commissione giudicatrice, a scegliere la posizione dei singoli gruppi scultorei che, per i ritardi dovuti alla traduzione in travertino dei modelli in gesso, furono collocati sul ponte nei primi mesi del 1912.
L’opera fu quindi inaugurata una prima volta il 5 maggio 1911, subito dopo la collocazione delle Vittorie per rispettare le celebrazioni del cinquantenario e una seconda volta dopo la collocazione dei gruppi in travertino, il 28 aprile 1912.