Villa cosiddetta di Plinio
Il complesso rinvenuto nel 1713 ed identificato con la villa posseduta e descritta da Plinio il Giovane (61-114 d.C.) nella lettera indirizzata all’amico Gallo.
La tenuta di Castel Fusano la cui estensione ammonta a circa mille ettari, fu acquisita nel 1933 dal Comune di Roma e trasformata in parco pubblico per legge regionale del 1980. Essa collega la foce del Tevere alla tenuta presidenziale di Castel Porziano e costituisce, il sistema di verde più rilevante tra la città di Roma ed il litorale laziale. La pineta può considerarsi come il risultato dell’opera di piantumazioni successive di pini domestici a scapito della macchia e della lecceta originarie iniziate nei primi decenni del ‘700 dal cavalier Sacchetti e proseguite dalla famiglia Chigi prima e dal Comune di Roma dopo l’acquisizione.
All’interno del parco l’emergenza archeologica comunemente identificata, sulla sola base di dati di carattere topografico, con la villa posseduta e descritta da Plinio il Giovane (61-114 d.C.) già dall’epoca degli scavi promossi dal Sacchetti nel 1713,costituisce l’elemento più rilevante di tutto il complesso storico-naturalistico. I resti archeologici si riferiscono ad una villa di tipo marittimo a nuclei distinti di notevole estensione e completa di muro di cinta che risulta pressoché continuo tranne che nel lato verso il mare dove presumibilmente doveva essere collocato l’ingresso principale. Al centro dell’impianto si estende un grande peristilio di età giulio – claudia a pianta quadrangolare con diversi ambienti disposti lungo i bracci del quadriportico. Un quartiere residenziale è posto ad est su un’ampia piattaforma elevata di circa due metri rispetto al peristilio, si riconoscono resti di muri in opera reticolata e frammenti di pavimenti musivi in bianco e nero. A sud–ovest del quadriportico si estende un impianto termale; l’ambiente più notevole presenta una pavimentazione mosaicata in bianco e nero con la raffigurazione di Nettuno con tridente su carro trainato da due ippocampi tra pesci, crostacei e cavalli marini, datato al 139d.C..
La Sovraintendenza Comunale negli anni’90 ha condotto degli scavi nella zona sud-orientale del quadriportico; le ricerche sono state recentemente riprese,allo scopo di definire meglio la planimetria della villa, di conoscere tutte le sue fasi costruttive, da quelle iniziali che sono state confermate, a quelle più tarde che sono continuate fino alla costruzione di una basilichetta paleocristiana a circa 7/8 metri a nord-est del muro di cinta della villa e di una più sicura attribuzione di tutto il complesso.
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