Sepolcro di Priscilla

I ruderi del monumento sono celati tra due casali moderni, uno, prospiciente la via Appia, era già conosciuto dal Canina come “Osteria dell’Acquataccio”, l’altro nasconde l’antico ingresso al sepolcro.

Di fronte alla chiesa del Domine quo vadis, presso il bivio tra la via Appia antica e la via Ardeatina, parzialmente nascosto da due edifici che insistono sulle sue strutture, sorge un antico sepolcro romano, del tipo a tumulo su basamento quadrangolare, comunemente identificato, sulla base di rinvenimenti epigrafici, con quello che T.Flavio Abascanto, liberto di Domiziano che nelle vicinanze del fiume Almone possedeva dei terreni ed un edificio termale, fece erigere per la moglie Priscilla prematuramente scomparsa.

Il nucleo del basamento del monumento, rivestito in opera quadrata di travertino, è ancora in buona parte conservato, al di sopra di questo si elevano due tamburi cilindrici in opera reticolata di tufo: in quello superiore si aprivano 13 nicchie, nelle quali erano collocate statue di Priscilla ritratta nelle sembianze di dee ed eroine della mitologia greco-romana. Al centro del cilindro superiore sorge, su di un irregolare basamento quadrato, una torre medievale, comunemente nota come “Torre Petro”: è alta circa sei metri e costruita rozzamente con vario materiale di spoglio, costituisce una testimonianza della trasformazione subita dal sepolcro in fortificazione, già a partire dall’XI secolo.

Attraverso i sotterranei del casale che, come già menzionato, nasconde l’accesso originario del sepolcro, si raggiunge il corridoio antico, coperto da una volta a botte che immette nella cella funeraria, attualmente debolmente illuminata dall’apertura esistente sulla sommità della torre medievale. La cella, anch’essa coperta da una volta a botte, era rivestita, come testimoniano alcuni resti delle murature, in opera quadrata di travertino, su tre lati si aprono nicchie per la deposizione di sarcofagi: Priscilla, come ricorda il poeta Stazio, fu imbalsamata e non cremata secondo l’uso funerario dell’epoca.

L’interno del sepolcro è stato fatto oggetto di vari interventi edilizi:fino a pochi decenni or sono i locali venivano usati per la stagionatura dei formaggi e le strutture lignee funzionali a tale uso, si addossano ancora oggi alle strutture murarie.

Informazioni e prenotazioni: 

Visitabile su richiesta per i gruppi all'06/5135316

Parco regionale dell' Appia Antica

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