Ponte Milvio
Ponte Milvio, uno dei più antichi di Roma, viene ricordato con questo nome per la prima volta da Tito Livio in relazione alla battaglia del Metauro (207 a.C.) e successivamente (312) per quella tra Costantino I e Massenzio.
Ponte Milvio, uno dei più antichi di Roma, viene ricordato con questo nome per la prima volta da Tito Livio in relazione ad eventi avvenuti nel 207 a.C. Nel 27 a.C. sul ponte fu realizzato un arco con una statua in onore di Augusto, poi andato perduto. Il ponte è costituito da sei arcate: quelle interne sono più alte, mentre quelle laterali, minori, si legano alle banchine. Una delle arcate centrali, quella settentrionale, fu fatta saltare dai garibaldini nel 1849 e quindi restaurata da Pio IX. I cinque piloni sono provvisti di frangiflutti a base triangolare e di aperture ad arco, necessarie, in caso di piena per un miglior deflusso delle acque. Il ponte è realizzato in tufo di Grotta Oscura, nel nucleo, in pietra sperone e in travertino nel rivestimento. Nelle chiavi di volta una struttura meno regolare e rifinita potrebbe appartenere ad un restauro, forse da attribuire a Massenzio. Ponte Milvio ha assunto da sempre un’importanza notevole nel quadro dei collegamenti con il nord della penisola, consentendo alla via Flaminia di superare il Tevere. Subito dopo il fiume di diramavano, inoltre, altre direttrici viarie importanti come la Clodia e la Cassia. Nel Medioevo il ponte divenne la principale via di accesso a Roma e per questo fu fortificato. Nel corso dei secoli venne più volte danneggiato e restaurato. Sul lato est della testata meridionale si conservano i resti di sovrastrutture medievali con mensole e archetti. I due archi estremi furono sostituiti con passerelle lignee che furono solo più tardi realizzate in muratura nel corso dei restauri condotti dal Valadier nel 1805, sotto il pontificato di Pio VII. Sulla sponda destra esisteva una torre in legno, detta Tripizone, che il papa Callisto III fece sostituire con un torrione quadrato tuttora in parte esistente. Il torrione fu modificato nei lavori fatti eseguire da papa Pio VII, al quale si deve anche l’arco di passaggio dove è murata una targa marmorea con gli stemmi di Callisto III e dei nipoti Rodrigo e Pierluigi Borgia. Alla stessa epoca si devono far risalire le due statue di S. Giovanni Nepomuceno e dell’Immacolata poste nella testata meridionale.
Accessibile al pubblico