Ponte Sant'Angelo

Il ponte, situato tra i rioni Ponte e Borgo, fu costruito tra il 121 e il 134 d.C. per volontà dell’imperatore Publio Elio Adriano (da cui prende il nome: pons Aelius o Hadriani) per collegare il suo Mausoleo, poi divenuto Castel Sant’Angelo, alla riva sinistra del fiume Tevere.

La denominazione attuale, come quella del Castello, è legata all’apparizione leggendaria sulla sommità del mausoleo dell’arcangelo Michele a papa Gregorio Magno (590-604) durante la processione per scongiurare la peste che infuriava sulla città.

Gli eventi che hanno condizionato la storia del ponte sono riconducibili al suo storico ruolo di cerniera con l’area Vaticana e alla sua importanza strategica nella difesa della città pontificia e dal suo rapporto con il fiume. Pellegrini, truppe all’assalto di Castel Sant’Angelo, ma anche esondazioni e piene del Tevere hanno contribuito nei secoli a trasformare l’immagine del ponte.

Il Ponte, conosciuto nel Medioevo anche con il nome di ponte San Pietro dalla vicina basilica costantiniana, durante i giubilei era percorso da numerosi pellegrini. Come riportato dalle principali cronache cittadine, nel giubileo del 1450 centinaia di pellegrini ammassati lungo i parapetti persero la vita in seguito al crollo di questi. A ricordo del tragico episodio il pontefice Nicolò V fece erigere sulla sponda sinistra (lato città) due cappelle dedicate a Maria Maddalena e ai Santi Innocenti.

Dopo i danni del sacco di Roma del 1527 da parte dei Lanzichenecchi di Carlo V, Clemente VII nel 1534 fece demolire le due cappelle perché considerate ostacolo alla difesa del Castello. Al loro posto vennero collocate le statue di San Pietro (realizzata nel 1536 dal fiorentino Lorenzo Lotti detto il Lorenzetto) e di San Paolo (realizzata tra il 1463 e il 1464 dallo scultore Paolo Taccone detto Paolo Romano), a ricordare il ruolo degli Apostoli protettori di Roma.

Luogo di passaggio cardine e simbolico, ponte Sant’Angelo fu spesso sede di celebrazioni ed eventi, sfondo per apparati effimeri e per cerimonie spettacolari, come la Girandola di Castel Sant’Angelo, spettacolo pirotecnico ideato da Michelangelo, in onore dei protettori della città, i Santi Pietro e Paolo (ancora oggi il 29 giugno, in occasione della festivtà dei patroni di Roma, cittadini e turisti si riuniscono nei pressi del ponte per assistere alla rievocazione storica della Girandola).

Sempre nei pressi del ponte, sulla sponda sinistra, era uno dei luoghi dove venivano effettuate le esecuzioni capitali.

Nel 1667, con la nomina di Clemente IX Rospigliosi al soglio pontificio, Gian Lorenzo Bernini venne designato supervisore di ponte Sant’Angelo. Oltre ad occuparsi della parte strutturale con la costruzione di due nuovi pilastri sulla riva di Castello, provvide alla sostituzione dei vecchi parapetti in travertino con nuovi elementi dove inserì una inferriata artistica. Al di sopra dei parapetti pose dieci statue di marmo, cinque per lato, raffiguranti angeli che recano gli strumenti della Passione. Il marmo, proveniente per la maggior parte dalle cave del Polvaccio di Carrara, fu portato direttamente negli studi degli scultori coinvolti nel progetto: Girolamo Lucenti, Paolo Naldini, Domenico Guidi, Cosimo Fancelli, Antonio Giorgetti, Antonio Raggi, Lazzaro Morelli e Ercole Ferrata, per ciascuno dei quali fu pattuito un compenso di 700 scudi. Gli scultori, nati e formati in aree diverse, vantavano tutti una pregressa esperienza di collaborazione con Bernini a Roma. Il Bernini scolpì di propria mano soltanto due sculture, l’Angelo con la corona di spine e l’Angelo con il titolo INRI, ma Clemente IX non volle che opere così belle fossero esposte alle intemperie: furono per questo collocate nella Chiesa di Sant’Andrea delle Fratte, dove possiamo ancora oggi ammirarle, e per il ponte furono realizzate due copie. Una da Paolo Naldini (Angelo con la corona di spine) e una dal Bernini stesso con l’aiuto di Giulio Cartari (l’Angelo con il titolo INRI). Questa decorazione trasformò di fatto il ponte da semplice collegamento in un vero e proprio percorso di contemplazione: la scenografica parata degli Angeli librati nel cielo di Roma sul fondale del fiume e della Cupola di San Pietro, che con estrema grazia mostrano ai passanti gli strumenti della Passione di Gesù, diviene infatti una monumentale via Crucis di grande suggestione. Da notare, inoltre, la genialità del Bernini che decise di far scolpire sotto i piedi di tutti gli Angeli delle nuvole che li sorreggono: gli angeli sono così posti, volutamente, più in alto dei passanti così che, guardandoli dal basso, appaiono loro sullo sfondo del cielo sorretti da una nuvola.

Ulteriori lavori alle strutture del ponte furono eseguiti nel corso del Settecento e nella prima metà dell’Ottocento a causa delle numerose piene del Tevere.

Dopo la grave alluvione del 1870 si rese necessario un intervento radicale sugli argini. La costruzione dei muraglioni di contenimento del Tevere, avviato nell’ultimo decennio del secolo, causò la radicale alterazione dell’impianto strutturale seicentesco e modificò per sempre il rapporto tra il ponte e il fiume. In primo luogo fu rimosso l’antico andamento a schiena d’asino del ponte e conseguentemente le statue collocate alle testate furono portate alla stessa altezza di quelle centrali. Furono inoltre ampliate le arcate più piccole in prossimità degli argini e uniformate alle dimensioni dei tre fornici centrali.

 

Il restauro del 2024

Nell'ambito del programma PNRR - Caput Mundi, nel 2024 è stato effettuato un intervento di restauro, con particolare attenzione alle statue del ponte. L'obiettivo è stato quello di rallentare i processi di degrado attraverso una serie di attività come la disinfezione delle superfici, il ristabilimento della coesione e dell'adesione, la rimozione di depositi e incrostazioni, la sostituzione delle stuccature non idonee, la verifica degli assemblaggi e lo smontaggio e riassemblaggio di frammenti, la verifica e sigillatura delle fessurazioni profonde, il riposizionamento delle iscrizioni e l'applicazione di protettivi e antigraffito sui basamenti. Le superfici metalliche delle grate dei parapetti sono state inoltre sottoposte a revisione e trattate con prodotti antiossidanti.