Monumento a Nicola Spedalieri

particolare del Monumento a Nicola Spedalieri

L’opera è composta da un alto basamento in granito, poggiante su due gradini e digradante verso l’alto, diviso in quattro registri da cornici marcapiano. Il fronte del basamento è ornato nella sommità da una corona d'alloro, intrecciata con palme e recante al centro il simbolo della Trinacria.

Il monumento a Nicola Spedalieri, abate, filosofo e teologo siciliano (1740-1795), venne realizzato tra il 1898 e il 1900 dallo scultore palermitano Mario Rutelli (1859-1941).

La proposta di erigere il monumento risale al 1882 per iniziativa dell’avvocato Giuseppe Cimbali, nativo di Bronte come lo Spedalieri, che accomunò il suo concittadino alle grandi figure del libero pensiero quali Arnaldo da Brescia, Galileo Galilei e Giordano Bruno. Questa volontà cominciò a concretizzarsi soltanto nel 1893, quando si costituì il Comitato d’Onore, preposto alle celebrazioni per il centenario della morte dell’abate, che bandì un primo concorso per il monumento romano nel 1894 che si concluse senza vincitori. Il secondo concorso, bandito l’anno successivo, fu vinto dal Rutelli.

A causa di una serie di opposizioni ideologico-politiche e della difficoltà di reperire un luogo idoneo alla collocazione, la prevista inaugurazione non ebbe luogo e l’opera fu scoperta clandestinamente dalla Questura senza alcuna cerimonia il 23 novembre del 1903 alle 2.30 del mattino in piazza Vidoni.
Per problemi di viabilità, iniziò un lungo dibattito per lo spostamento della statua, durato per lungo tempo, finché nel 1951 il monumento venne trasferito a piazza Sforza Cesarini, dove precedentemente era collocato quello a Terenzio Mamiani nel frattempo spostato a via Acciaioli.

Sopra all'alto basamento si innalza la scultura in bronzo del filosofo siciliano che, a figura intera e con la gamba sinistra leggermente piegata in avanti, indossa abiti settecenteschi: una coulottes e una redingote parzialmente abbottonata, completata da un mantello che scende lungo il fianco sinistro. La mano destra è leggermente sollevata e nella sinistra il filosofo tiene un libro dal titolo DIRITTI / DELL’UOMO, alludendo alla sua opera più famosa De’ diritti dell’uomo (1791), in cui lo Spedalieri sosteneva il fondamento cristiano dei concetti promulgati dalla Rivoluzione francese e indicava la sovranità popolare come fulcro del potere del governo.

In origine la scultura poggiava la mano sinistra sopra un bastone, attributo oggi non più presente.

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