La relazione intende ricostruire i dibattiti sviluppatisi dopo il 1861 intorno all’idea di Roma quale possibile capitale d’Italia. Per questo, si passeranno rapidamente in rassegna le principali esperienze che, nell’Ottocento, videro diventare la città sede di poteri laici, illustrandone gli sviluppi registratisi a livello di culture politiche.

Dai celebri discorsi di Cavour in Parlamento alle riflessioni di Mazzini sulla Terza Roma, senza tralasciare le resistenze di chi identificava l’Urbe nella sola città del papa, si prenderanno così in esame le fasi principali delle discussioni parlamentari, ponendone in luce perplessità e punti di forza, modalità retoriche e valutazioni politico-economiche.
Si concluderà infine presentando alcune esemplificazioni atte a chiarire meglio il valore delle posizioni ideologiche. In particolare, si esporranno alcuni nodi che attraversarono le scelte simboliche legate alla scelta del Palazzo del Quirinale quale sede della reggia sovrana, opzioni in cui le criticità argomentative del rapporto Stato-Chiesa furono legate a valutazioni di natura logistica, nonché alle contrapposizioni tra i gruppi e le fazioni, nazionali e municipali.

Marina Formica è professore ordinario di “Storia moderna” presso la Macroarea di Lettere e Filosofia dell’Università degli studi di Roma “Tor Vergata”, la stessa di cui è stata coordinatrice (2014-2019) e delegata del Rettore alle attività culturali.
Presidente della Società italiana per gli studi sul secolo XVIII dal luglio 2018, è Editorial board della rivista “Diciottesimo secolo” e della collana “Biblioteca di Diciottesimo secolo”. Componente del Comitato d’indirizzo della Fondazione Roma, è altresì nel Consiglio direttivo della Fondazione Camillo Caetani, nel Conseil d’administration de l’École française de Rome, nel Comitato scientifico del Cushwa Center for the History of North American Catholicism di Notre Dame, nel Comitato “Pombalia – Pombal Global” e in quello dell’Encyclopaedia of Enlightenment in Portugal, nel Comité asesor de la colección de la Escuela Española de Historia y Arqueología en Roma-CSIC (EEHAR).