La topografia

Per costruire la sua piazza Giulio Cesare scelse un’area posta ai piedi del Campidoglio, a ridosso del Foro Romano verso la Suburra, antico quartiere di Roma in cui egli stesso era nato, nella zona dell’attuale Rione Monti. A nord erano la sella tufacea che univa Campidoglio e Quirinale, sulla quale si trovava molto probabilmente l’Atrium Libertatis, l’antico edificio che ospitava l’archivio dei censori che sarà abbattuto insieme alla sella per la costruzione del Foro di Traiano (112-113 d.C.). A sud, infine, passava l’Argiletum, l’antico percorso stradale che conduceva proprio dalla Suburra al Foro Romano e che alla fine del I secolo d.C. sarà monumentalizzato con la costruzione del Foro di Nerva.

Le preesistenze e gli espropri

L’area prescelta non era però libera, ma era occupata da un quartiere fittamente abitato. Dalle fonti letterarie del tempo sappiamo che Cesare in persona acquistò a proprie spese le proprietà private lì esistenti per demolirle e fare così spazio al complesso che intendeva costruire, arrivando a spendere dai sessanta ai cento milioni di sesterzi, una cifra esorbitante considerando che il mantenimento annuale di una legione era pari a dodici milioni di sesterzi. Fu incaricato di seguire gli espropri uno dei più celebri autori latini di sempre: Marco Tullio Cicerone, che ha lasciato nei propri scritti un ricordo di questa sua particolare attività. Gli scavi archeologici effettuati nel 1998-2000 e nel 2004-2008 hanno confermato quanto testimoniato nelle fonti: sono stati infatti rinvenuti resti di abitazioni e strutture databili tra il VI e la fine del II secolo a. C.

La pianta del Foro

Dopo aver demolito gli edifici espropriati e livellato il terreno, fu finalmente avviata la costruzione del complesso. Fu così realizzata un’immensa piazza a pianta rettangolare di 100 x 50 metri circa, pavimentata con lastre in travertino, con portici colonnati su tre lati e un tempio sul fondo. I portici erano a due piani e a due navate, divise queste ultime da una fila interna di colonne; quelli sui lati lunghi terminavano ai lati del tempio con absidi semicircolari.