Edicola sacra di via di Porta Settimiana (fronte interno)

Edicola sacra di via di Porta Settimiana (fronte interno)

Location

Porta Settimiana
via di Porta Settimiana
Rome
Italy
IT

Orazione nell’Orto  

Nel corso del Cinquecento furono realizzati sui prospetti di Porta Settimiana due affreschi raffiguranti la Sacra Famiglia (oggi perduto), su via della Lungara, e l’Orazione nell’Orto verso via Garibaldi (con gravi lacune). Attraverso la porta, appartenente al circuito delle antiche Mura Aureliane e ricostruita al tempo di papa Alessandro VI (1498 ca.) con beccatelli, feritoie, merli e cannoniere, le edicole dovevano accompagnare il pellegrino lungo l’importante via di comunicazione che da Trastevere conduceva al Vaticano e che ripercorreva all’incirca l’attuale via della Lungara. La strada, chiamata "via Sancta" nel Medioevo, fu ridisegnata nel suo percorso per ordine di papa Giulio II (1503-1513) agli inizi del Cinquecento nell'ambito di un progetto, realizzato solo in parte, che prevedeva infatti, in Trastevere, una grande arteria di collegamento con San Pietro. Purtroppo, queste due edicole hanno subito negli anni un forte degrado dovuto al fatto che la porta è attraversata giornalmente da un intenso traffico veicolare che, oltre a depositare smog sulle pareti, crea vibrazioni continue.

L'edicola sul muro interno è in migliori condizioni rispetto a quella esterna: è composta da un baldacchino protettivo, con aggraziate frange e nappe lignee e tetto piano, e dall'affresco raffigurante l'Orazione nell'Orto. Entro una tripla cornice dipinta, sulla sinistra, in primo piano possiamo notare il Cristo inginocchiato con le mani giunte che guarda verso un angelo che, in alto a destra, gli mostra i simboli della passione (croce e calice), mentre sotto di lui i tre apostoli (Pietro, Giacomo e Giovanni) dormono tra le rocce.

L'affresco, anch’esso molto lacunoso, è stato a lungo ritenuto opera di un anonimo artista del XVII secolo. Ma un importante restauro del 1973-74 che lo ha riportato, per quanto possibile, alle forme originarie, ha reso possibile un’analisi più completa del dipinto che è stato attribuito a un "buon artista della seconda metà del '500". In quella occasione è stato anche rimosso il vecchio supporto e sostituito con un pannello di poliuretano espanso. Successivamente nel 1993 e nel 2006 il manufatto ha subito nuovi interventi di restauro.