Edicola sacra di via del Governo Vecchio, angolo via della Chiesa Nuova
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‘Madonna Vallicelliana’ e i santi Filippo Neri e Carlo Borromeo
L’edicola è collocata sul cantonale di un edificio fatto realizzare dai Padri Filippini nella seconda metà del Seicento, nei pressi del primitivo convento dove visse San Filippo Neri, quando venne aperta via della Chiesa Nuova e si conclusero i lavori del complesso Vallicelliano.
L’opera fu realizzata a spese dei devoti nel 1716 e rappresenta la Madonna Vallicelliana, sul crescente lunare, in posizione frontale a mezzo busto, vestita con un abito rosso ricoperto da un manto azzurro che scende dal capo e le avvolge le spalle. Il Bambino benedice con la mano destra, mentre con la sinistra sostiene la sfera con la croce, sorretta anche dalla mano destra della madre. Entrambi sono coronati: la corona del Capitolo di San Pietro fu infatti concessa all'immagine di Santa Maria in Vallicella il 9 luglio 1649. In primo piano si riconoscono i due santi, che svolsero un ruolo fondamentale nel periodo della Controriforma: San Carlo Borromeo, a sinistra, è raffigurato in abiti cardinalizi, mentre San Filippo Neri veste gli abiti sacerdotali, con la tunica bianca ricoperta dalla pianeta rossa. Il loro storico incontro, avvenuto in via delle Sette Chiese, verrà rappresentato con assiduità, dando vita a un filone iconografico che avrà una notevole diffusione.
Il porporato ha le braccia aperte, mentre il sacerdote le tiene raccolte sul petto, come estasiati di fronte all'immagine della Madonna che può essere letta anche come rappresentazione della Chiesa Nuova. San Carlo, che era legato a San Filippo da una profonda stima e amicizia e conosceva profondamente l’Oratorio, contribuì alle spese per la nuova sede degli oratoriani e si prodigò con la sorella Anna nel tentativo di far svincolare la chiesa della Vallicella dalla giurisdizione di San Lorenzo in Damaso. A lui è dedicata la cappella della famiglia Spada, che si apre nel transetto destro della chiesa simmetricamente di fronte a quella intitolata al fondatore degli oratoriani.
L’edicola è stata restaurata dalla Sovraintendenza ai Beni Culturali del Comune di Roma nel 1975 e nel 1999.