Apertura straordinaria in occasione della ricorrenza della MORTE di MAMELI (6 luglio 1849)
Nei giorni che rievocano le ultime albe di vita del giovane patriota, in omaggio alla sua figura, il monumento che ne custodisce il sepolcro in porfido rosso (adorno di cetra e di gladio, emblemi delle “armi” con cui il giovane Mameli ebbe a combattere generosamente per la causa italiana), è accessibile in apertura straordinaria venerdì 6 luglio 2018, dalle ore 8.00 alle ore 20.00.
E’ il 3 giugno 1849. Al Gianicolo, davanti al Casino dei Quattro Venti infuria terribile la battaglia tra difensori della Repubblica Romana e truppe francesi filo pontificie, quando un giovane ragazzo di poco più di vent’anni, giunto da Genova animato dal più fervente spirito repubblicano ed imbevuto del pensiero di Giuseppe Mazzini, cade ferito ad una gamba. Una ferita banale, ma che presto degenera, conducendo il giovane poeta, vate della futura Italia, pupillo dei due giganti della Repubblica Romana del 1849, Garibaldi e Mazzini, ad una precoce e dolorosissima morte.
E’ una perdita irreparabile la sua, che priva non solo l’amatissima madre del suo diletto figlio, ma anche la schiera dei patrioti attivi negli anni che ruotano attorno al convulso e memorabile 1848, di uno dei suoi fiori più freschi, Goffredo Mameli, poeta delicato e appassionato, noto per i versi di quel “Canto degli Italiani” che ancora oggi è il nostro inno Nazionale. “Il mio dolore è profondo e lo tengo sacro e tutto per me, cerco di essere degna del figlio e d’una italiana, me lo divinizzo, lo considero come un martire e come tale non lo piango”, ebbe a dire con intima fermezza, la madre, Adelaide Zoagli Mameli, amica e corrispondente di Mazzini.
Una perdita tra l’altro di grandissimo valore simbolico, percepita come tale anche dal nemico - per l’entusiasmo, la giovinezza, l’acume politico e la gentilezza dell’animo, per la penna tagliente e appassionata, in sintesi per la riservata grandezza delle anime belle - che ne decretò l’impossibilità del rientro in patria, una volta che, il 6 luglio del 1849, dopo più di un mese di agonia, si arrese alla morte tra le cure amorevoli delle infermiere dell’Ospizio della Trinità dei Pellegrini nel delirio creativo di versi patriottici.
Se tra i viali storici del Cimitero del Verano è ancora possibile imbattersi nella prima tomba monumentale ottocentesca a lui dedicata, è nel sacrario sottostante l’aero quadriportico del Mausoleo Ossario Garibaldino al Gianicolo che vanno cercate oggi le spoglie – e l’anima - di questo protagonista del nostro Risorgimento.
Mausoleo Ossario Garibaldino: Via Garibaldi 29/E
Orario di apertura: tutti i giovedì dalle 10.30 alle 12.30
Prenotazione per gruppi e associazioni culturali in altri giorni: tel 060608 (attivo tutti i giorni 9.00 - 19.00)
apertura straordinaria venerdì 6 luglio 2018, dalle ore 8.00 alle ore 20.00
Gratuito