Villa Sciarra

Scorcio del parco di villa Sciarra

Dove si trova: Municipio I, Rione XIII -Trastevere
Epoca: XVII - XX secolo
Estensione: 63.500 mq
Ingressi: via Calandrelli, via Dandolo, via delle Mura Gianicolensi

Proprietà dei Barberini dalla metà del XVII secolo e quindi di Maffeo Sciarra, venne trasformata nel 1902 dal nuovo proprietario, Giorgio Wurts, secondo il gusto neobarocco in auge in quel periodo, e consegnata nel 1930 dagli eredi a Benito Mussolini. Nel primo decennio del 2000 sono stati effettuati restauri che hanno riportato all'antico splendore il casino nobile, le diverse fontane che adornano la villa, (la fontana dei satiri, la fontana di Diana ed Endimione etc.), il grazioso ninfeo eclettico, l’esedra arborea, uno degli angoli più suggestivi della villa.

L'area in cui si trova la villa, tenuta fin dai tempi antichi ad orti e giardini, fu acquisita nel 1575 da Mons. Innocenzo Malvasia che vi edificò il Casino Malvasia, ora nel terreno di proprietà dell'Accademia Americana.

La costruzione delle Mura Gianicolensi, condotta sotto il pontefice Urbano VIII nel 1642-44, valorizzò notevolmente il complesso trasformandolo in villa urbana.

Nel 1647 venne donata da Domenico Vaini "vita natural durante" al cardinale Antonio Barberini, già proprietario del Casino Malvasia, mentre nel 1710 fu venduta al cardinale Pietro Ottoboni che la mantenne con grande raffinatezza e cura fino alla sua morte (1740). Il suo interesse per la villa lo indusse a far realizzare tre nuovi giardini, ad ampliare la coltivazione di piante da frutto, ortaggi, piante ornamentali ed esotiche, e a promuovere alcuni importanti scavi nell'area del tempio siriaco (1720).

Divenuta di proprietà degli Sciarra, la villa fu ingrandita e abbellita con l'acquisto dell'orto Crescenzi (1811) e la realizzazione di diversi manufatti di servizio.

Nel 1849, all'epoca della Repubblica Romana, il Casino Barberini e l'adiacente Casino Malvasia, vennero fortemente danneggiati dai combattimenti tra le truppe italiane, guidate da Giuseppe Garibaldi e le truppe francesi. I Barberini restaurarono il Casino nelle forme originarie, ma la proprietà venne definitivamente persa da Maffeo II Sciarra in seguito a speculazioni finanziarie sbagliate. Il terreno intorno alla villa venne quindi diviso in lotti e destinato ad area edificabile, mentre la villa, dopo tumultuose vicende, comuni a gran parte delle villa romane, fu acquistata il 15 maggio 1902 da Giorgio Wurts, un americano appassionato di giardini, e da sua moglie Henrietta Tower, ricca ereditiera di Filadefia.

I Wurts, nell'intento di ricreare lo scenario di una villa barocca italiana, sistemarono nel parco le celebri statue settecentesche in arenaria, provenienti dal Castello Visconti di Brignano d'Adda, nel bergamasco. Argomento dei gruppi scultorei - simboleggiato da temi quali la personificazione dei Mesi, di Apollo e Dafne, Pan e Siringa, Diana ed Endimione - il succedersi delle stagioni e delle attività produttive della terra. Nel 1906 si avviò il progetto per la costruzione del Castelletto in stile neogotico, realizzato nel 1908-1910, mentre nel 1908 vennero iniziati i lavori per la realizzazione degli ingressi di Via Calandrelli. Nel 1910 venne aggiunto al progetto della nuova recinzione un belvedere a loggiato scoperto con sottostante ninfeo, oggi solo parzialmente conservato.
Nel 1930, dopo la morte del marito, Henrietta Wurts donò la villa a Benito Mussolini, ponendo la condizione che fosse destinata a parco pubblico.

Nel corso del 2004-2005 sono stati effettuati interventi di restauro del verde del parco.

Bibliografia essenziale

A.Pacia, R. Piccininni, Villa Sciarra. Interpretazione romana di una villa lombarda, Roma 1992
C. Benocci, Villa Sciarra: dal mecenatismo americano degli anni Trenta all'ipotesi comunale di musealizzazione, in "Bollettino dei Musei Comunali di Roma", n.s., XII, 1998, pp.123-147
C. Benocci, Villa Sciarra in A. Campitelli (a cura di), Verdi Delizie. Le ville, i giardini, i parchi storici del Comune di Roma, Roma 2005, Roma 2005, pp.37- 44

Orario: 

dalle ore 7.00 al tramonto

Giochi per bambini: nei pressi dell’Uccelliera
Accesso disabili: si consiglia l’ingresso di Via Calandrelli o quello di via delle Mura Gianicolensi

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