Monumento a Seismit Doda
Le vicende del monumento allo statista Federico Seismit-Doda (1825-1893), protagonista del Risorgimento e ministro di Crispi, sono legate alla sua posizione irredentista, che risultò scomoda quando l’Italia stipulò la Triplice Alleanza con l’Austria e la Germania.
Autore: Eugenio Maccagnani (1852-1930)
Datazione: 1905-6 (installazione 1919)
Materiali: bronzo; travertino
Subito dopo la sua morte si formò il comitato promotore del monumento, di cui fecero parte, tra gli altri, Giuseppe Zanardelli e Guido Baccelli. Nel 1903 la Giunta Comunale concesse la sistemazione in piazza Cairoli, lasciando poi decadere il provvedimento a causa delle tensioni internazionali. Tra il 1905 ed il 1906 era fatta sia la statua che il piedistallo (dove compare infatti la data "MCMVI"), ma soltanto il 18 luglio 1918 fu approvata l'installazione. Questa avvenne senza cerimonie, di notte, nel marzo 1919, all’interno del giardino di piazza Cairoli realizzato nel 1888 per volontà del barone Guglielmo Huffer a fianco della nuova via Arenula.
Autore del monumento fu Eugenio Maccagnani (1852- 1930), scultore in vista per aver lavorato al Vittoriano con Giuseppe Sacconi e al palazzo di Giustizia con Guglielmo Calderini. Federico Seismit-Doda è rappresentato seduto in poltrona, in atteggiamento pensoso. Sui tre lati del basamento, sono incise la dedica, i promotori e le benemerenze, che sintetizzano il significato del monumento: 'SUI CAMPI DI BATTAGLIA / IN PARLAMENTO / NEI CONSIGLI DELLA CORONA E DEL COMUNE / STRENUO PROPUGNATORE DI LIBERTA' / E DI PATRIA GRANDEZZA'.