Fontana di Trevi, mostra dell'acqua vergine

Fontana di Trevi

Mostra terminale dell’acquedotto Vergine - unico degli acquedotti antichi (19 a.C.) ininterrottamente in uso fino ai nostri giorni - è la più nota delle fontane romane e la più famosa nel mondo per la sua scenografica monumentalità.

Autore: Nicola Salvi, Giuseppe Pannini
Datazione: 1732-1762.
Materiali: travertino, marmo, intonaco, stucco, metalli.

Documentata nel medioevo, la sua denominazione deriva da un toponimo in uso nella zona già dalla metà del XII secolo (regio Trivii), oppure dal triplice sbocco dell’acqua dell’originaria fontana.

Nel 1640 per volontà di papa Urbano VIII (1622-1644), in concomitanza con l’ampliamento della piazza, Gian Lorenzo Bernini progetta una nuova fontana orientata come l’attuale, la cui costruzione si limita alla messa in opera di un basamento ad esedra con una vasca antistante, addossato agli edifici poi inglobati nel palazzo Poli.

La realizzazione dell’attuale fontana di Trevi si deve a papa Clemente XII (1730-1740), che nel 1732 indice un concorso al quale partecipano i maggiori artisti dell’epoca. Il pontefice sceglie tra i progetti dell’architetto Nicola Salvi (1697-1751) quello più monumentale e "di minor pregiudizio per il retrostante palazzo" sulla cui facciata si inserisce l’intera mostra con uno studio meditato delle proporzioni e delle decorazioni.

La fontana, articolata come un arco di trionfo, con una profonda nicchia, digrada verso l’ampio bacino con una larga scogliera, vivificata dalla rappresentazione scultorea di numerose piante e dallo scorrere spettacolare dell’acqua. Al centro domina la statua di Oceano alla guida del cocchio a forma di conchiglia, trainato dal cavallo iroso e dal cavallo placido, frenati da due tritoni. Rilievi che alludono alla storia dell’acquedotto e figure allegoriche collegate agli effetti benefici dell’acqua decorano, a vari livelli, il prospetto. Si fondono così magistralmente nell’opera del Salvi storia e natura intese in un rapporto dialettico, quale veniva affermato dal nascente illuminismo.

La costruzione viene conclusa da Giuseppe Pannini (c.1720-c.1810) che modifica parzialmente la scogliera regolarizzando i bacini centrali.

Dopo un intervento di restauro negli anni 1989-1991 (ad esso è seguita una manutenzione della parte centrale nel 1999), l'ultimo importante restauro è avvenuto nel 2014 grazie a FENDI, concludendosi dopo diciassette mesi nel 2015, con inaugurazione il 3 novembre.
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L’intervento di manutenzione straordinaria del 2024

Tra i mesi di ottobre e dicembre 2024 è stato effettuato un intervento di manutenzione della Fontana di Trevi nell’ambito del programma PNRR – Caput Mundi (Manutenzione straordinaria di alcune fontane monumentali del Centro Storico di Roma, n. 323). Tale attività si pone in una posizione intermedia tra le operazioni di pulitura e manutenzione ordinaria che periodicamente vengono effettuate con lo svuotamento delle vasche, e gli interventi strutturali di restauro (come quelli del 1989-90, 1999 e 2014) mirati a eliminare il calcare e le patine biologiche che si depositano sui materiali. L’intervento è stato finalizzato a rimuovere localmente gli elementi che determinano un rischio di conservazione dell’opera stessa, agendo sulle superfici lapidee della parte inferiore del monumento, in particolare la zona tra il bordo della vasca e le gradinate di accesso, sottoposta a una pulitura approfondita.

L’operazione, condotta a cura della Sovrintendenza Capitolina, è parte di un programma che ha interessato anche la Fontana del Quirinale, della Barcaccia, delle Tartarughe e delle Tiare, per un importo complessivo di 1,187 milioni di euro.

 

L’indagine preliminare sui materiali

Propedeutica a ogni intervento di manutenzione o restauro è la fase conoscitiva del monumento, con analisi diagnostiche non invasive atte a indagare lo stato di conservazione del bene.

La Fontana di Trevi è costituita da un insieme eterogeneo di materiali, quali ad esempio marmo di Carrara, travertino, stucco e metalli. La loro analisi e il confronto con campioni di riferimento permette di quantificare gli effetti del degrado e stabilire gli interventi più opportuni, atti a rimuovere ad esempio patine e incrostazioni.

Il travertino della Fontana di Trevi in particolare è caratterizzato da una predominante composizione calcarea, con elevata concentrazione di calcio e, in quantità minori, ferro e stronzio. La patina rossa visibile sulla superficie della scogliera dimostra un notevole aumento della concentrazione di ferro, evidenziando un’alterazione significativa rispetto al travertino di riferimento.

 

I fattori di degrado

Esposta all’aperto, la Fontana di Trevi è soggetta a un insieme di fattori di degrado quali la presenza di inquinanti e agenti atmosferici, acqua e umidità che esplicano la propria azione attraverso processi di natura chimica, fisica e biologica.

L’utilizzo del ferro per le staffe di sostegno ai gruppi scultorei, ad esempio, se da un lato garantisce vantaggi in termini di stabilità e resistenza meccanica, dall’altro pone dei problemi legati ai processi di ossidazione cui il metallo va incontro, con formazione di ruggine e, di riflesso, alterazioni estetiche del travertino.

Un altro fattore di degrado è la presenza costante di acqua e umidità, che comportano rischi di erosione e la formazione di un habitat favorevole allo sviluppo di flora e fauna microbiche, dannose per la pietra e gli altri materiali costitutivi.

Un ruolo, infine, è giocato dagli inquinanti atmosferici, solo in parte mitigati dalla semi-pedonalizzazione della piazza. Piccole particelle si depositano continuamente sulle superfici, richiedendo costante monitoraggio e pulizia.

 

Gli interventi

Gli interventi sulle superfici lapidee si sono sviluppati attraverso tre fasi:

  1. Pulitura. Disinfezione da microrganismi e rimozione dei depositi superficiali incoerenti e parzialmente aderenti, croste nere, strati carbonatati e ossidi di ferro.
  2. Consolidamento. Ripristino della coesione, riadesione di scaglie e frammenti ed esecuzione e riparazione delle stuccature.
  3. Applicazione di protettivo. Applicazione di uno strato protettivo sulle superfici per contrastare l’azione degli agenti atmosferici e inquinanti.

Sugli elementi metallici è stato eseguito un trattamento per l’arresto dell’ossidazione al fine di prevenire la corrosione di perni, grappe, staffe e cerchiature.

Nell’area di rispetto si è svolta un’attività di diserbo, disinfezione e lavaggio, la revisione delle stuccature alterate e il riposizionamento degli elementi pavimentali divelti a causa della frequentazione pedonale della piazza.

Nella vasca principale e in quelle secondarie, infine, sono stati applicati rivestimenti impermeabilizzanti al fine di proteggere il materiale lapideo dalle infiltrazioni.

 

La passerella: un modo nuovo di ammirare la Fontana

Nell’ottica di garantire la fruibilità del monumento e offrire al visitatore una prospettiva nuova da cui poter ammirare la Fontana di Trevi, nel primo mese di cantiere è stata allestita una passerella temporanea che ha consentito di osservare a pochi metri di distanza i celeberrimi apparati scultorei, nonché le operazioni di manutenzione in corso. La passerella ha offerto inoltre l’occasione per acquisire nuovi dati sulla frequentazione, utili a risolvere i problemi di sovraffollamento dell’area.

 

 

Rione: 

Trevi

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