Fontana delle Tartarughe
La fontana è stata realizzata tra il 1581 ed il 1588 su progetto di Giacomo della Porta (1533-1602) con le sculture del fiorentino Taddeo Landini (1550-1596).
La fontana delle Tartarughe si caratterizza per la prevalenza delle opere scultoree sulla pur complessa e articolata struttura architettonica arricchita dalla preziosa policromia dei marmi impiegati.
Autore: Giacomo della Porta, Taddeo Landini
Datazione: 1581-1588; 1658-1659
Materiali: marmi: africano, pavonazzetto, bianco, bigio; travertino, bronzo
Alimentazione originaria: acquedotto Vergine
I quattro efebi in bronzo che giocano con altrettanti delfini, appoggiati sulle vasche a forma di conchiglia, sottolinenano la raffinatezza manieristica dell’opera che si distingue in modo assoluto dallo schema adottato nelle fontane romane della fine del Cinquecento.
A seguito del ripristino dell’antico acquedotto Vergine, si era decisa già nel 1570 l'installazione di una fontana nella vicina piazza Giudea; tuttavia le insistenze del nobile Muzio Mattei avevano indotto l'Amministrazione a spostare la fontana nella piazza attuale su cui affacciava la sua residenza privata. Lo stesso nobile, che si impegnava "a far mattonare la piazza a sue spese e tener netta la fonte", non dovette essere estraneo anche alla scelta, avvenuta in corso d'opera, di sostituire il bronzo al marmo del progetto nella realizzazione delle sculture.
Le quattro tartarughe collocate sul bordo della vasca superiore, attribuite dalla tradizione a G.L. Bernini, costituiscono un felice completamento dell’opera effettuato nel corso del restauro del 1658-59, sotto il pontificato di Alessandro VII (1655-1667), ricordato sulle iscrizioni dei quattro cartigli marmorei.
Numerosi sono gli interventi di restauro e pulitura della fontana testimoniati nel tempo; l’ultimo restauro è stato realizzato nel 2005-2006 a seguito della installazione di un nuovo impianto di trattamento delle acque.