Anna Colonna (1601-1658) svolse un ruolo di rilievo nella corte romana di Urbano VIII in quanto moglie del nipote del papa Taddeo Barberini e investita del compito di perpetuare il lignaggio della famiglia. Esponente dell’illustre casato Colonna, discendente di san Carlo Borromeo, dotata di vivacità, carattere e un forte senso del proprio prestigio, fu al centro delle complesse relazioni che coinvolgevano la famiglia di origine e quella acquisita e le cerchie curiali, diplomatiche e politiche a ciascuna di esse collegate. Seppe imprimere una cifra personale al ruolo difficile cui era stata chiamata, giocando sapientemente la carta di madre dei piccoli Barberini, senza mai dimenticare la propria appartenenza ai Colonna. Il suo mecenatismo, le scelte della dimora in cui risiedere e soprattutto la fondazione del monastero di Regina Coeli raccontano come seppe intessere la trama della propria esistenza con lo spazio urbano e lasciare una impronta indelebile nella Roma odierna.

Il ciclo La città delle donne è realizzato in collaborazione con la Società Italiana delle Storiche - SIS.

Simona Feci, professore associato di Storia del Diritto Medievale del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Palermo, è presidente della Società Italiana delle Storiche (SIS). Si occupa di storia sociale del diritto e della giustizia. Tra le sue pubblicazioni Pesci fuor d’acqua. Donne a Roma in età moderna: diritti e patrimoni, Roma 2004; Guardare al futuro: il destino dei figli minori nei testamenti paterni (Roma, XVII secolo), in Famiglie. Circolazione di beni, circuiti di affetti in età moderna , Roma 2008; Tra due famiglie: Anna Colonna Barberini “prefettessa” di Roma (con M.A Visceglia), in I Linguaggi del potere nell’età barocca, vol. 2 (2009).